venerdì 26 novembre 2010
Vieni via con me
Queste ultime settimane ho latitato più del solito, non solo nello scrivere sul mio blog, ma anche nel leggere quelli che seguo. Il fatto è che sono stata totalmente rapita da un uomo (non in senso letterale ovviamente), un personaggio che in questo periodo ha fatto molto parlare di sé e della trasmissione di cui è stato autore/presentatore: Roberto Saviano. Si lo so, arrivo un po’ in ritardo, Saviano ormai è “famoso” già da tempo, per il successo (e le polemiche) che ha avuto il suo libro e per le conseguenti minacce di morte che ha ricevuto. Io però fino ad oggi non mi ero interessata molto alla sua storia e, confesso, non avevo neanche letto Gomorra. Lo avevo iniziato, ma poi lo avevo abbandonato prima della fine del secondo capitolo perché non riuscivo a capirlo. Non riuscivo ad inquadrare quel libro scritto in maniera strana, in parte romanzo in parte cronaca. Poi, incuriosita dal clamore mediatico, ho voluto seguire la trasmissione “Vieni via con me” e sono stata letteralmente travolta da lui e dalla passione che mi trasmetteva ogni volta che raccontava una storia. Così ho passato tutto il poco “tempo-internet” che avevo a disposizione a guardarmi i video delle sue interviste su YouTube. Ho anche ripreso in mano Gomorra e stavolta l’ho letto d’un fiato. Sò che Saviano è un personaggio molto discusso, uno che o lo ami o lo odi. Molti ce l’hanno con lui perchè è spesso in televisione a “farsi pubblicità” ma , dopo aver guardato tutte quelle interviste, mi sono convinta che sia una persona genuina. La sofferenza, l’insofferenza, la rabbia e il dispiacere che si percepiscono chiaramente nella maniera in cui parla e nelle espressioni del viso sono, secondo me, assolutamente autentiche. E credo che le cose che racconta, per quanto possano apparire scontate ad alcuni, per la maggior parte delle persone non lo siano affatto, specialmente per chi vive in una zona apparentemente tranquilla come può essere la mia regione e continua a credere che quello delle mafie sia un problema legato solo ad alcune zone d’Italia e solo a stereotipati settori come droga e prostituzione. Perciò ben vengano trasmissioni come questa , anche se a volte si corre il rischio di fare un po’ di retorica, però di certe cose è bene parlarne spesso perché il nostro cervello (almeno il mio) ha la tendenza a dimenticare le cose brutte quando non ci toccano in prima persona e solo l’essere informati sui fatti ci può aiutare a vivere in maniera più consapevole.
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